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I felini nella gioielleria

Che siate esperti, da vicino o da lontano, del mondo vintage, avrete sicuramente già incrociato delle pubblicità di gioielleria d’altri tempi.

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Rolex (1961) / Cartier (1950)

Alcune di queste sono davvero sorprendenti ed è curioso ritrovare gatti o pantere messi in scena nei visual di diverse marche. Proviamo a decifrare questo entusiasmo per i felini nella comunicazione delle grandi maison di gioielleria.

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Boucheron (2011) / Boucheron (1985)

Ma innanzitutto, perché questo entusiasmo attorno ai felini nel mondo della gioielleria?

Come potete immaginare, la scelta di questa categoria di mammiferi non è affatto casuale.

Un tempo gli animali, e in particolare quelli esotici come pantere o leopardi, erano simbolo di ricchezza.

Durante l’Antico Egitto, i gatti erano considerati vere e proprie divinità. Al tempo delle colonie, molte famiglie dell’aristocrazia si recavano in India o in Paesi africani per viaggiare e divertirsi. I felini erano allora ambiti per la loro pelliccia o per essere trasformati in animali da compagnia. Anche i gatti erano animali domestici riservati a una certa classe sociale.


Così gatti e pantere sono stati ripresi dalle grandi maison del lusso francesi: evocavano l’eleganza con il loro passo morbido e aggraziato, una sobrietà aristocratica e la ricchezza attraverso il mantello scuro, o ancora una « sensualità ipnotica » nello sguardo giallo del felino. L’aria misteriosa e maestosa di questo animale ha senz’altro contribuito alla sua sovra-rappresentazione nei media.

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Chanel (1960) / Harry Winston (1948)

E oggi? Che ne è delle pubblicità feline nella gioielleria?

Ancora oggi i felini vengono ripresi dai marchi come elemento centrale di numerose campagne pubblicitarie o addirittura come totem della marca, come nel caso di Gemmyo o Cartier.

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Gemmyo (2012) / Cartier (2013)

In ogni caso, noi ne siamo rimaste davvero affascinate…

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